Thursday, October 18, 2007

Dal sito di www.repubblica.it si legge:

Bagnasco: "Su vita e famiglia
i vescovi non taceranno"

Una prima risposta: NEANCHE NOI !!!!!
(trovo in effetti piuttosto pittoresco che i vescovi si lamentino così tanto delle critiche che piovono loro addosso, quando giustificano le loro continue uscite col diritto di ciascuno ad esprimere il proprio pensiero. Appunto, oltre a prendersi questo diritto, lo concedessero pure, invece di fare tante lagne come se fossero delle povere vittimelle indifese, o di dare del terrorista ad un cantante di musica leggera per aver liberamente espresso un parere)

Ma veniamo al punto e seguiamo il consiglio del signor Bagnasco: diciamole le cose come stanno una volta per tutte, non stiamocene zitti! Parliamo di fatti, documentati, riscontrabili, oggettivi, numerici e "Veri".

Dati Istat del 2000. Matrimoni effettuati con rito religioso: 75,6% del totale dei matrimoni. Percentuali, tra i divorziati dell'anno 2000, di coppie che si erano sposate con rito religioso: 82,2%. Va precisato ovviamente che negli anni precedenti al 2000 le percentuali di matrimoni celebrati con rito religioso era maggiore, ed è andata successivamente calando. Tuttavia appare chiaro e lampante che i cattolici che si sono sposati in chiesa divorziano almeno tanto quanto, se non di più, delle coppie che non hanno contratto matrimonio celebrandolo religiosamente, ma solo civilmente.

E allora ci spieghino, lì alle alte sfere vaticane, se un esame di coscienza non andrebbe fatto. Se non ritengano che, più che tra i meandri delle leggi italiane, qualche problemino non ci sia anche in casa loro, tra i preti che non riescono a spiegare bene alle coppie cosa si intende per matrimonio, e le pecorelle, poco convinte a quanto pare della sacralità del legame matrimoniale prima ancora che del suo significato civile. Ci dicano se, prima di fare prediche in pubblico sulle leggi di questo nostro Stato sovrano e convincere i parlamentari, non ci debbano anche spiegare come mai non riescono nemmeno a convincere le coppie di fronte a loro consacrate.

Mi dicano dove sta scritto che possano pretendere che siano modificate le nostre leggi per rimediare al fatto che essi non sappiano far rispettare le loro leggi al loro popolo di fedeli. Ci dicano se non ritengano questo prima di tutto un loro fallimento, come guide della chiesa e delle famiglie in essa raccolte, e ci rassicurino sul fatto che non vogliono appellarsi al Parlamento per rimediare a questo loro fallimento nel comunicare ai giovani sposi la propria "Parola" e la propria "Verità".

Non sarà mica che vogliono in aiuto, per dirimere questa matassa, il soccorso proprio dei laici secolaristi, e relativisti, e proprio in tema di sacramento matrimoniale?

A me sta a cuore che lì in Vaticano non passino un po' troppo come ipocriti. Ecco, tutto qui.

Ragazzi, non nascondetevi dietro un dito, io ricordo che qualcuno molto più illuminato di voi disse: non guardare la pagliuzza nell'occchio del tuo vicino prima di avere tolto quella trave dal tuo! Coraggio, un bell'esame di coscienza. Diteci perché le coppie, sposate in chiesa e quindi vincolate da Dio a non lasciarsi secondo quella vostra "legge" che non ha bisogno di nessuna legge, quelle stesse coppie che voi dite di rappresentare e difendere, divorziano come una qualunque altra coppia, nelle stesse (se non maggiori) proporzioni.

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